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Tag: Draghi
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Zona euro, il problema della crisi non è ancora risolto
Stiamo vivendo un momento in cui sembra ci sia un ripresa economica, con i mercati che stanno credendo di più all’Europa, da un punto di vista Forex la nostra moneta sale contro dollaro USA e sterlina britannica, il che favorisce chi ha aperto posizioni long. Da quando Mario Draghi, numero uno della BCE, ha detto che la banca stessa avrebbe fatto tutto il possibile per tenere in vita l’euro, la situazione si è alleggerita. Secondo alcuni, tuttavia, non siamo ancora alla fine della strada.
Mettendo a paragone i dati fondamentali Usa (paese in cui la crisi è iniziata praticamente nel 2007) e quelli della zona euro (da noi invece la crisi è iniziata nel 2008) si nota come il paese americano sembra aver subito solo una crisi dagli effetti temporanei, che dunque possono essere cancellati. La zona euro, invece, potrebbe aver subito degli effetti permanenti. La motivazione principale sembrerebbe di ordine politico: i leader al potere non hanno agito in maniera pronta e non hanno operato anteponendo il bene comune (europeo) a quello del singolo paese. Questa cosa poter andare bene fino a quando ognuno aveva la sua moneta, ma oggi è una cosa capace di distruggere una zona economica.
Inoltre, in Europa anche la Germania sembra in crisi, anche se nel paese tedesco la crisi sta appena iniziando. Fino ad ora i tedeschi erano stati spinti dall’interesse della Cina verso i prodotti di esportazione, ma ora questo interesse sembra calare, con delle conseguenze facilmente immaginabili.
C’è una soluzione al problema europeo? Difficile a dirsi, dato che fino a che si continuerà a governare in questa maniera, nuove difficoltà potrebbero uscire in ogni momento. Cambiare la mentalità dei politici non è una cosa che può essere fatta in poco tempo e non con questa “generazione politica”. Attenzione che la crisi potrebbe non essere finita.
Autore: Guglielmi Franco
Mi preoccupo di tenervi aggiornati sulle ultime notizie dal mondo del Forex in tempo reale, con approfondimenti sulle migliori notizie in campo economico. Vedi tutti gli articoli di Guglielmi Franco
Storia e finalità dell’euro
Perché una moneta comune?
Fin dalla fine degli anni Sessanta l’Unione economica e monetaria (UEM) era stata un’ambizione ricorrente dell’Unione europea. L’UEM comporta il coordinamento delle politiche economiche e finanziarie, una politica monetaria comune e una moneta unica, l’euro, che offre numerosi vantaggi: le imprese effettuano scambi transfrontalieri più facilmente, l’economia ottiene risultati migliori e i consumatori dispongono di una scelta più ampia e di maggiori opportunità.
La strada verso l’UEM è stata però irta di ostacoli politici ed economici: a turno, infatti, lo scarso impegno politico, le difformità di vedute riguardo alle priorità dell’economia e le turbolenze dei mercati internazionali hanno costituito altrettanti scogli da superare per garantire il progresso verso l’Unione economica e monetaria.
La strada verso l’euro
La stabilità monetaria internazionale dell’immediato dopoguerra non durò a lungo. I disordini dei mercati valutari internazionali minacciarono il regime di prezzi comuni instaurato nell’ambito della politica agricola comune, uno dei principali pilastri dell’allora Comunità economica europea. Successivi tentativi di conseguire una stabilità dei tassi di cambio furono scoraggiati dalle crisi del petrolio e da altri shock, fino a quando, nel 1979, venne avviato il Sistema monetario europeo (SME).
Lo SME si basava su un sistema di tassi di cambio usato per mantenere le oscillazioni delle valute partecipanti entro un intervallo ristretto. Questo approccio completamente nuovo rappresentò una forma di coordinamento delle politiche monetarie tra i paesi dell’UE senza precedenti e funzionò bene per oltre un decennio. Fu però sotto la presidenza di Jacques Delors che i governatori delle banche centrali dei paesi dell’UE redassero la “relazione Delors” sulle modalità per conseguire l’UEM.
Da Maastricht all’euro e all’area dell’euro, 1991-2002
La relazione Delors proponeva un periodo preparatorio suddiviso in tre fasi, compreso tra il 1990 e il 1999, per giungere a un’Unione economica e monetaria e all’area dell’euro. I leader europei accettarono le raccomandazioni contenute nella relazione Delors.
Il nuovo trattato sull’Unione europea, che conteneva le disposizioni necessarie per la creazione dell’Unione monetaria, fu approvato durante il Consiglio europeo di Maastricht, nei Paesi Bassi, nel dicembre 1991.
Dopo un decennio di preparativi l’euro venne introdotto il 1° gennaio 1999: durante i primi tre anni fu “invisibile”, in quanto utilizzato solo a fini contabili e per i pagamenti elettronici. Le monete e le banconote entrarono in circolazione il 1° gennaio 2002 e in 12 paesi dell’UE si assistette al passaggio a una nuova valuta più rilevante della storia.
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